Equità o uguaglianza? L’inclusione parte dal valore della diversità
Si può comprendere la diversità senza prima aver fatto proprio il tema dell’uguaglianza?
Essere uguali significa avere gli stessi diritti.
Cosa invece non significa uguaglianza? Non significa omologazione, non significa assenza di differenze. A questo proposito il concetto di uguaglianza in molti contesti lascia il passo al concetto di equità, che mira a garantire a tutti le stesse opportunità tenendo conto delle particolarità e delle differenze.
Nella vita, nel lavoro, nella cultura, nelle passioni, nel modo di essere è proprio la diversità ad apparire come un valore fondamentale, come un fattore di arricchimento che abbiamo imparato a riconoscere nel tempo. Usando un paradosso: le diversità di pensiero, di attitudini, di capacità, di caratteristiche personali, di gusti e addirittura di predisposizioni intellettive divengono la più evidente dimostrazione dell’essere tutti persone. Sono il segno che l’uguaglianza degli esseri umani vive nella libera espressione della loro differenza.
Osservando la questione in maniera più completa, condannare ogni forma di discriminazione e tutelare la libertà dei “diversi” non è solo un dovere, ma un nostro personale diritto. E non mi riferisco tanto alla visione empatica del “ciascuno di noi è diverso”, quanto alla possibilità di crescere, di evolverci e di imparare dall’altro che in una società composta da persone tra loro omologate ci verrebbe inevitabilmente e irrimediabilmente sottratta.